Manifestazione folkloristica a carattere campestre,rievoca i costumi, le tradizioni e la cultura contadina di un tempo, intrecciandoli alla mitologia pagana ed in particolare al culto della dea
Cerere (Demetra per i Greci), dea delle messi, e delle Dee Madri (Meteres), commistione realizzata sulla base dell’ipotesi mai completamente verificata, che sul vicino Monte Alburchia sorgesse il meraviglioso tempio dedicato proprio alle Meteres, che viene citato in numerose fonti tra le quali spicca un passo delle Verrine di Marco Tullio Cicerone.
La manifestazione, che di norma ha la durata di una decina di giorni che vanno dal primo fine settimana di Agosto fino all’apice che si raggiunge la seconda domenica di Agosto, comprende momenti che vengono tradizionalmente riproposti ad ogni edizione in quanto figli della tradizione di cui la Pro Loco si onora essere depositaria, affiancati da esibizioni di gruppi folkloristici e di musica popolare, il tutto avente come sfondo il Borgo particolarmente addobbato e decorato dall’intreccio di lunghi festoni realizzati con le Spighe,
le mostre a tema, e la riproposizione dei caratteristici ambienti rurali dell’epoca.
Il via ai festeggiamenti viene dato con A Vanniata da Festa, dove l’antico banditore armato di voce, asino e tamburo, annuncia il programma della manifestazione per le vie del paese così come anticamente una persona era impegnata a bandire le notizie principali gridandole alla cittadinanza.
Il primo fine settimana è solitamente dedicato all’antica tradizione di cui sono custodi
“I Burgisi”, ed in particolare alla rievocazione di tutti quei riti che hanno come tema centrale il pane e il ringraziamento delle antiche famiglie benestanti alla terra intesa come fonte primaria di sostentamento.
Nel calendario della settimana, avrà il suo spazio U Corteu Du Zitu, sfilata di figure in costume d’epoca (fine ‘800), che rievoca l’antico cerimoniale che precedeva lo sposalizio nelle benestanti famiglie contadine ossia la visita del fidanzato e dei suoi parenti presso la famiglia della fidanzata per ufficializzare il fidanzamento, sulla scorta di questo Corteo, in Piazza del Popolo, viene rievocata l’antica usanza di chiedere in sposa una ragazza con la rappresentazione della commedia detta
A Zuccatina.
Le tradizioni gastronomiche proprie degli avi vengono ricordate durante A Manciata di Novi Cosi, una squisita mistura cotta di 9 tipi di legumi insaporiti con della carne nostrana di rinomata qualità, preparata in grossi pentoloni rivestiti di stagno, “I Quadare”, e messa a bollire per almeno 5 ore prima di essere pronta alla degustazione.
Il clou di tutta la Manifestazione, il Corteo di Demetra, è costituito da circa 200 figure ed è suddiviso in varie sezioni. L’apertura è affidata ai Gruppi Folkloristici,
a seguire il Corteo di Ziti, poi il sempre scenografico U Bagliu du Baruni, composto dalle figure nobiliari e dai loro dipendenti, tutte le persone che lavorano all’interno du bagliu, ossia il cortile interno della casa baronale, calzolaio, barbiere, stagnino, lavandaie, filatrici.
La parte riguardante le radici rurali del Borgo, comprende anche i Burgisi e La Vita dei Campi, dove vengono rappresentate tutte le fasi riguardanti il ciclo del pane,ossia aratura, semina, mietitura, raccolto,
e l’antico mezzo di trasporto costituito da un numero dispari ( tre, cinque o sette) di equidi legati in fila tra loro, la cosiddetta Ritina.
Chiusasi la parte dedicata all’etno-antropologico, le divinità più importanti incedono maestose a cavallo o sopra le stravole,antichi carri simili a delle gigangi slitte, trainati da buoi (impegnate un tempo per il trasposto di covoni di grano).
Le figure di quest’ultima sezione sono numerosissime, oltre le divinità ne fanno parte i loro sacerdoti, le Ninfe, i Satiri e gli Eroi mitologici, conclude il corteo solennemente Demetra.
L’ultimo momento in ordine cronologico ma non d’importanza dell’intera manifestazione è poi
U Pisatu, commedia musicale in vernacolo che rievoca l’antica trebbiatura e i rituali ad essa legati.